Nel ciclo iniziato con le elezioni europee del 2019 la Commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen, ha definito una strategia pluriennale fondata sulla “doppia transizione”, ecologica (con lo European Green Deal) e digitale. La risposta alla crisi pandemica ha portato alla sospensione del Patto di stabilità e crescita e al varo di NGEU, piano di riforme e di investimenti finanziato con indebitamento europeo e con la introduzione di nuove risorse proprie. La forte ripresa economica prima e l’aggressione russa all’Ucraina poi, hanno riacceso le pressioni inflazionistiche e confermato la centralità e la gravità del problema “energia” per l’Ue, da conciliare con tempi e modi della transizione ecologica. Il CSF nel 2023 si focalizzerà sulle riforme strategiche per il governo dell’economia europea e sulla questione energetica, tenuto conto dei lavori sul carbon pricing che ha già realizzato.
• Risorse e Bilancio europei
Nel corso del 2023 il confronto in Europa si concentrerà sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, sulla possibile replicabilità di NGEU o del programma SURE (focalizzato sull’emergenza energetica), anche con il ricorso a nuovo debito europeo, sul rafforzamento del bilancio pluriennale dell’Ue, attraverso nuove risorse proprie. Questo in un contesto segnato da una ripresa dell’inflazione e da un progressivo restringimento della politica monetaria, che potrebbe creare tensioni in paesi (come l’Italia) con elevato indebitamento. Tutti temi su cui il CSF ha già lavorato e che intende approfondire, allo scopo di contribuire a uno sviluppo ecosostenibile dell’economia europea. L’obiettivo rimane quello di dotare l’Unione di una capacità fiscale permanente, in funzione anticiclica, da focalizzare sulla produzione di “beni pubblici europei” (capitale umano, ricerca e sviluppo, sanità, sicurezza energetica e difesa).
• Energia e transizione ecologica
A seguito della invasione russa dell’Ucraina sono emerse sia la centralità della questione energetica per l’Ue sia la necessità di evitare miopi passi indietro nella decarbonizzazione dell’economia europea. Il CSF è impegnato sul tema della definizione di un adeguato prezzo del carbonio (carbon pricing), anche sotto forma di “imposta sul carbonio alla frontiera” (carbon border adjustment mechanism). Un filone su cui si proseguirà nel 2023, grazie anche alle competenze del Politecnico di Torino. Il tema ha una valenza “federale”, poiché coinvolge tutti i livelli territoriali, a partire dalle città. Proseguiranno gli approfondimenti sull’opportunità di dotare l’Ue di una struttura dedicata alla transizione energetica (il CSF ha ipotizzato una Comunità Europea per l’Energia e l’Ambiente, quale evoluzione dell’Euratom). L’Ue potrebbe incentrare sull’energia verde un nuovo partenariato con l’Unione Africana, con reciproche opportunità di sviluppo.