Il tema sicurezza è tornato al centro dell’agenda europea fin dal varo della EU Global Strategy nel 2016, seguito da quelli del Fondo europeo per la difesa e della Cooperazione strutturata permanente (PESCO). Le posizioni delle Amministrazioni Obama e Trump sulla NATO e la priorità data dagli USA al confronto con la Cina, hanno spinto gli europei a porsi in prima persona il problema della difesa del continente. Le modalità del ritiro dall’Afghanistan e l’accordo Aukus nel Pacifico hanno poi rafforzato il dibattito sulla “autonomia strategica europea”. La guerra della Russia di Putin contro l’Ucraina ha aggravato lo scenario, ma ha riproposto il tema del rapporto fra difesa europea e NATO. Nel frattempo, i governi europei hanno approvato la “Bussola Strategica” dell’Ue e la NATO ha varato il suo nuovo “concetto strategico”. Questa dialettica evidenzia anche gli ambiti principali di attività del CSF, nel 2023, in tema di sicurezza e difesa.
• Quale difesa europea
L’Ue con l’adozione della Bussola Strategica (Strategic Compass) si è data una strategia condivisa e coerente a medio termine, a fronte di vecchie e nuove minacce (ibride). Per la Ue si prevede la creazione di una Rapid Deployment Capacity, in sintonia con quel “nucleo federale” di difesa proposto dal CSF sulla base dell’esperienza della dual army degli Stati Uniti. Nel 2023 il CSF approfondirà le possibilità di accelerare tale processo, collegandolo anche alla inclusione dell’Eurocorpo (di cui l’Italia non fa ancora parte) nelle istituzioni europee. Temi chiave saranno anche quelli delle modalità di finanziamento dello sviluppo di capacità militari congiunte nell’Ue, della creazione di un comando europeo unificato, della necessità di un approccio unitario sulla cybersecurity. Il CSF proseguirà nel sostegno al ruolo di Torino nella formazione militare europea, grazie alla Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano e insieme con l’Università di Torino.
• Ruolo e futuro della NATO
Dopo la caduta del Muro e la fine della Guerra fredda avevamo assistito a un graduale disimpegno americano in Europa, accompagnato da critiche (già con l’Amministrazione Obama) al free riding della maggior parte dei Paesi europei, lontani dagli obiettivi concordati di spesa per la difesa. Anche questo è profondamente mutato con la rinnovata aggressività russa, che ha portato all’allargamento della NATO a paesi storicamente neutrali quali la Finlandia e la Svezia. Questo pone più temi all’attenzione del CSF (e degli europei) nel 2023: come il suddetto nucleo di difesa europea si possa collegare alla NATO, come il rafforzamento della componente europea nella NATO possa e debba portare anche a un riequilibrio delle responsabilità decisionali rispetto all’alleato americano, come questo si concili (o meno) con un eventuale allargamento del ruolo della NATO a teatri extraeuropei, a partire da quello Indo-Pacifico.