Antonio Padoa Schioppa
Alfonso Iozzo
Gennaio 2020
Per l’Unione europea (Ue) una svolta che potrà risultare decisiva è avvenuta con le elezioni del maggio 2019. Al termine di una campagna elettorale durata più di un anno nel corso della quale i movimenti populisti avevano martellato l’opinione pubblica europea, in ogni Paese, attaccando l’Unione con argomenti ed accenti tanto aspri quanto infondati nel merito, preconizzando l’avvento di una maggioranza antieuropea nel nuovo Parlamento – o quanto meno, negli ultimi mesi, puntando sulla presenza attiva di una minoranza di blocco – la risposta dei cittadini europei non poteva essere più chiara. La legislatura 2020-2024 potrà contare nel Parlamento europeo su una forte maggioranza proeuropea, superiore al 75%, distribuita tra quattro principali partiti – i popolari, i socialisti, i liberali e i verdi – i quali, pur divisi su molti punti programmatici, hanno in comune un orientamento positivo sulla necessità che l’Unione europea prosegua ed anzi acceleri la sua evoluzione per fare fronte alle ardue sfide dei presente e del futuro. È stata una grande vittoria dell’Europa, anche se, come spesso accade, generalmente sottovalutata dai media. [...]