Flavio Brugnoli
Giugno 2021
Il virus SARS-Cov-2 e il Covid-19 hanno colto di sorpresa il mondo e lo stanno trasformando. L’Unione europea (Ue) non ha fatto eccezione e da questa terribile esperienza uscirà trasformata. Come? Per immaginare il “dopo” è necessario partire da “prima” della pandemia e ripercorrere gli sviluppi “durante” la pandemia, avendo ben presente quello che “intanto” accadeva e accade intorno a noi.
L’Ue che si è trovata ad affrontare la pandemia dai primi mesi del 2020 aveva già dovuto fare fronte, negli anni precedenti, a una molteplicità di crisi, da quella economico-finanziaria esplosa nel 2007-2008, a quella dei migranti, al referendum sulla Brexit. Passaggi critici molto diversi tra loro, ma che hanno messo in luce dilemmi economici e problemi istituzionali destinati a riproporsi al cospetto di nuove crisi. Al tempo stesso, l’esito delle elezioni europee del maggio 2019 aveva annunciato l’avvio di un possibile nuovo ciclo politico, che si è rilevato fondamentale per provare a rispondere in modo innovativo ai costi economici e sociali della pandemia.
D’altro canto, la pandemia ci ricorda una volta di più che l’Ue si muove in un contesto globale in costante cambiamento: dall’emersione di nuovi giganti statali (come Cina e India) ed economici (come le mega-imprese digitali), alla parabola vissuta dagli Stati Uniti dalla vittoria di Donald Trump a quella di Joe Biden, all’impatto sempre più pervasivo dei mutamenti climatici. Cambiamenti che hanno segnato anche un ripensamento del multilateralismo e del processo di globalizzazione, con il Covid-19 che sembra destinato a fare da acceleratore di queste trasformazioni. [...]